Lioni, la street art digitalizzata del progetto creativo “83 ZERO 47” (FOTO)

Qualche mese fa vi avevamo già parlato del Collettivo Boca e dei murales che da qualche anno danno lustro a Bonito, il paesino che si erge nella Valle Ufita. Nel 2016 nasce a Lioni, altro paese dell’ Alta Irpinia, un progetto simile. La manifestazione si chiama BAG OUT (Biennale di arte pubblica“Angelo Garofalo” ) ed è una rivisitazione della celebre kermesse artistica nata nel lontano 2003 che viene così arricchita dalla street art.

Oggi quel progetto strizza l’occhio al nostro tempo, fatto di distanze, di precauzioni, ma anche di digitalizzazione. Oggi che i rapporti sociali sono vivi grazie ai media e ai socialnetwork, anche l’arte si è digitalizzata con Sky arte e i vari website che ci permettono di vedere in 3d vari luoghi culturali del Mondo. Anche chi si occupa di street art non è stato da meno. Il progetto creativo 83 ZERO 47 ha rielaborato in chiave digitale alcuni dei murales realizzati della BAG OUT “Angelo Garofalo”. La digitalizzazione dei murales ci porta così direttamente ai nostri giorni, li racconta con estro e delicatezza.

  • Il progetto creativo “83 ZERO 47”

L’opera creativa di 83 ZERO 47 ha rappresentato, attraverso i murales, le regole individuate dal Ministero della Salute per proteggere noi stessi e gli altri. Regole che con tutta probabilità sono destinate a diventare abitudine, a diventare cioè parte di noi e dalle nostre vite. Dall’uso dei dispositivi personali di sicurezza (le mascherine e i guanti), al distanziamento sociale; dall’evitare di toccarsi naso, occhi e bocca con le mani alla sospensione di tutte le attività sportive; dall’utilizzo di igienizzanti ad uso personale a quelli per superfici le nostre vite sono scandite ormai da più di un mese da gesti che stanno diventando automatici. Non ci è dato sapere fin quando sarà così. Con molta probabilità tra qualche mese la vita che facevamo prima sarà solo un lontano ricordo che avrà lasciato spazio a nuovi modi di essere. Ma in attesa di vivere le nuove regole, vi raccontiamo quelle attuali attraverso la narrativa digitalizzata di questi murales.

  • Hyro – Case Maclaim – Xna.gio –

In un ponte tra passato e presente la donna simbolo del terremoto dell’’80 realizzata nel 2016 dalla street artist argentina Hyuro porta tra le mani un grande flacone di Amuchina. Ci ricorda, così, di lavarci spesso le mani e di igienizzare i luoghi circostanti. Ai due giovani di colore che si abbracciano nel murale di Case Maclaim (Lioni, BagOut 2018) vengono fatte indossare le mascherine, dispositivi di protezione individuale, che ormai e con sempre più frequenza sono entrati nella nostra quotidianità. Allo stesso modo il ragazzino nel murale di Xna.gio (Lioni, BagOut 2018).

  • Milu Correch – Bosoletti – Dale Grimshaw – 

La distanza di sicurezza viene rappresentata dalla digitalizzazione del murale di Milù Correch (Lioni, BagOut 2016). Nell’opera digitalizzata le giovani donne che suonano il flauto nel distanziarsi, ci rammentano che i nostri corpi sono potenzialmente pericolosi, che noi siamo pericolosi l’un per l’ altro.  La solitudine del ragazzino rappresentato dallo street artist Di Filippo (Lioni, BagOut 2018) ci ricorda la sospensione di tutte le attività sportive e in generale di quelle sociali. Anche la Pietas di Bosoletti (Bag Out 2019) indossa la mascherina e diviene metaforicamente  quella donna che tiene in braccio e protegge la nostra umanità in bilico tra le paure e le speranze dei nostri giorni. Infine, il murale di Dale  Grimshaw(Lioni, BagOut 2018) il bellissimo bambino di colore con gli occhi di ghiaccio che ha in mano un uccello, rappresenta il messaggio che ci ricorda che gli animali domestici non portano il virus.

Dunque in questo tempo di riorganizzazione e di riformulazione di regole sociali sempre in divenire, c’è qualcosa che non ci abbandona mai, come un’ancora o come un faro nel buio. L’arte, che da sempre racconta l’individuo, le sue passioni e le sue fragilità anche oggi rappresenta le nostre vite e le nostre abitudini sociali.

Sara Perillo

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