Ostetricia, a Salerno 30 parti in due settimane: “Un’isola felice nonostante la paura del Covid”

Il dottor Francesco Marino, direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Salerno e segretario della Cisl Medici Salerno, commenta così il momento che vede un considerevole numerose di nascita nonostante l’emergenza Covid-19:

“La struttura sanitaria sta mettendo in campo tutte le risorse possibili per contrastare la diffusione della pandemia. A Salerno, così come in molti altri nosocomi Campani, medici, infermieri e operatori sanitari stanno sostenendo turni massacranti – spiega Marino – e se gran parte del personale sanitario, in questo particolare momento storico, si ritrova impegnato in un faccia a faccia con la morte, c’è anche chi invece ha la fortuna di poter continuare a sorridere e ad accogliere la vita”

Infatti, un piccolo esercito di ginecologi e ostetriche quotidianamente aiutano a far venire al mondo nuove vite. Nell’ospedale di Salerno, nelle ultime due settimane, sono avvenuti 30 parti. Un momento delicato nella vita delle future mamme, che in piena pandemia diventa ancor più difficile vivere con serenità e gioia.

“Proprio per questo, il lavoro svolto da ginecologi e ostetriche si è complicato e, nonostante le preoccupazioni causa Covid, devono essere in grado di mantenere la giusta tranquillità così da poter rassicurare le madri in balia di preoccupazioni – spiega il dottor Marino – sia fisiologica che patologica. Lo stiamo facendo al meglio delle nostre possibilità”.

Partorire al tempo del Coronavirus non è di certo semplice sia per gli operatori sanitari, sia per le future mamme che vivono questi momenti con ansia dato che al momento, sono poche le certezze relative alla malattia in gravidanza. I pochi studi sono confortanti e tutti dimostrano che non vi è alcuna trasmissione del virus dalla mamma al nascituro in utero.

“L’unica restrizione che i neo genitori vivono con preoccupazione, tra quelle previste, è quella relativa all’assistenza, e che prevede il parto della donna senza la presenza in sala del marito, compagno oppure dei familiari. Una precauzione presa proprio per tutelare la salute delle pazienti, ed è per questo che l’ospedale assicura l’assistenza di personale sanitario dedicato sempre a disposizione. In quest’ottica, restringere le visite, più che con preoccupazione o angoscia, deve essere visto come un ulteriore senso di sicurezza e protezione. Le visite rimangono comunque aperte un’ora e la degenza post parto, se non sussistono complicazioni, è rapida”

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