Sele-Tanagro, tutela ambientale e rivalutazione del territorio: al via il Contratto di Fiume

Sabato 11 luglio, presso il complesso Hotel Terme Capasso di Contursi Terme, si è tenuto l’incontro tra la Regione Campania e l’Ente Riserve Naturali Foce Sele-Tanagro e Monti Eremita – Marzano per dare il via al Contratto di Fiume.

  • Cos’è il Contratto di Fiume?

È un protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di un corso d’acqua che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale. Grazie alla Legge Regionale n° 5 del 6 maggio 2019, la Regione Campania ha definito le cinque aree geografiche che interesseranno il Contratto di Fiume per l’avvio delle iniziative di rivalutazione del territorio sia sulla tematica della tutela ambientale che per lo sviluppo economico e turistico. Dal distretto Sele-Tanagro-Calore nel salernitano, all’ambito del Fiume Ofanto e del Calore Irpino, e l’invaso Campolattaro e il lago Matese saranno il campo d’azione di questo “contratto sperimentale”.

  • La Direttiva Europea

Tutto comincia con la prima Direttiva Quadro Acque n° 60 del 2000, stipulata dalla Comunità Europea, con lo scopo di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo delle acque territoriali e sub-territoriali, nonché per potenziare la politica dell’utilizzo sostenibile delle risorse idriche. La Direttiva Acque stabilisce che gli Stati Membri devono lavorare a tutela dei distretti idrografici effettuando le analisi delle caratteristiche di questi e quelle economiche sull’utilizzo idrico, valutando anche gli effetti delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, raggiungendo gli obiettivi definiti nei Piani di Gestione che interessano ogni bacino idrografico.

  • Il Contratto di Fiume Sele-Tanagro

“Gestione integrata della risorsa idrica, mantenimento della funzionalità ecologica, fruizione turistica, informazione e sensibilizzazione, manutenzione conservativa del territorio, valorizzazione delle filiere, guardando alla sostenibilità delle attività economiche”.

È così che il Prof. Antonio Briscione, Presidente dell’Ente Riserve Naturali, presenta gli obiettivi del Contratto di Fiume alla presenza dei sindaci e i presidenti delle comunità montane invitati. Il Contratto di Fiume coinvolge 40 comuni e 5 comunità montane del bacino idrografico Sele-TanagroCalore – con l’integrazione di altri 20 comuni in un secondo momento -, coinvolti in laboratori e percorsi, il cui scopo è quello di mantenere la qualità delle acque e di sviluppare e fortificare la rete economico-turistica sfruttando le risorse territoriale, soprattutto cavalcando l’onda dell’attuale “appetibilità della qualità dei prodotti locali e del rinnovato interesse per la qualità del territorio con condizioni di vivibilità maggiori”, come dichiara l’On. Rosetta D’Amelio, Presidente del Consiglio Regionale Campania, durante l’incontro. Tanti gli interventi, tra cui quello del dott. Romeo Melillo, dirigente UDCP “Ambiente ed Ecosistema”, sulla “lotta al dissesto idrogeologico come primo obiettivo”.

  • Il dissesto idrogeologico in Campania

Il dissesto idrogeologico, come definito all’art.54 del D.Lgs. 152/06, è la condizione che caratterizza aree ove processi naturali o antropici, relativi alla dinamica dei corpi idrici, del suolo o dei versanti, determinano condizioni di rischio sul territorio. Geologicamente, la regione Campania è un territorio in continuo mutamento morfologico che conta diverse aree critiche. Questo fattore causa frequenti episodi di dissesto idrogeologico in forma di frane, esondazioni, sprofondamenti collinari e dissesti di carattere torrentizio. L’alluvione del fiume Sarno nel maggio del 1998 è ancora una ferita aperta, e ricorda la fragilità di un territorio ricco di risorse agro-economiche, spesso minacciate anche dalle conseguenze dell’azione dell’uomo a partire dall’abbandono dei terreni montani, gli incendi e il disboscamento o l’uso di tecniche agricole invasive.

Oltre al dissesto idrogeologico, il territorio campano soffre altre gravi problematiche come “l’inquinamento dei fiumi, dove spesso l’agricoltura rimane il primo imputato – fa notare Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum, tra gli invitati al dibattito – Il Sele ha problemi di depurazione, non paragonabili al Sarno, ma esistono”. Da qui l’importanza del Contratto di Fiume per cui, secondo il dott. Gerardo Longobardi, responsabile Ufficio Contratti di Fiume, “bisogna partire dalle scuole per la tutela dell’ambiente – e aggiunge – La cosa più importante con i laboratori tecnici tematici, è creare una partecipazione dal basso colmando delle lacune su conoscenze che non ci sono”.

  • Il silenzio dei Consorzi di Bonifica

“Non ho sentito parlare dei Consorzi di Bonifica!”. Interviene Paolo Imparato, sindaco di Padula, che ribatte sulla criticità del vallo di Diano, spesso soggetto a fenomeni alluvionali, in cui riconosce parte della causa nell’assenza dell’ente. “Parliamo di trent’anni di assenza di manutenzione. Il ruolo dei Consorzi di Bonifica, così come le problematiche legate alla “imprevedibilità climatica”, sono i punti toccati dal vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, per cui risolvere “il problema della difesa del territorio, proteggere le colture e le aziende – dagli effetti delle precipitazioni abbondanti e improvvise – è prioritario! Siamo alla vigilia di una grande stagione di difesa del territorio, investendo sulla manutenzione, alla quale molti hanno fatto opposizione perché non c’è investimento sulla prevenzione”.

Dopo una fase iniziale di coordinazione tra Regione Campania e Ente Riserve Naturali, la prima passerà il testimone alla seconda in via definitiva. Come dichiara il prof. Briscione, “mettere a sistema la zootecnia, l’agricoltura e il turismo sulla costa si innesta con quello che accade dalla sorgente alla foce del Sele – e conclude – è una sfida che si può vincere perché il movimento è partito e i lavori sono già iniziati”.

Jessica Moscato

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