Strada Provinciale 30a, il racconto di una docente: “Io mamma, insegnante e pilota di rally”

“Basta una piccola distrazione e in una frazione di secondo non sai cosa può succedere”.

Non dovrebbe essere questo il pensiero di un automobilista che percorre quotidianamente la strada che lo porta da casa al lavoro e invece, ad Eboli, accade ogni giorno a tante persone consapevoli di dover percorrere la Provinciale 30a, che collega il centro cittadino alla periferia di Santa Cecilia.

Tra i tanti che ogni giorno si avventurano in una piccola odissea, tra enormi buche, assenza di illuminazione e scarsa visibilità in caso di pioggia, c’è una docente ebolitana che da molti anni a questa parte, per circa 10 mesi all’anno, percorre quel tratto di strada. Mamma, insegnante, pilota di rally. Quest’ultima dote non è frutto di corse automobilistiche da professionista, ma dall’esperienza negativa di dover evitare ogni giorno ostacoli ingombranti o, peggio, invisibili in caso di pioggia.

Come riportato anche dal quotidiano “La Città”, durante il maltempo degli ultimi giorni, le condizioni del manto stradale della Provinciale sono peggiorate ulteriormente e nonostante i “rattoppi” fatti nel corso del tempo, la parola sicurezza è ancora un tabù per gli automobilisti.

Proprio in questi giorni di pioggia e neve, la docente ha iniziato il suo viaggio quotidiano per iniziare un’altra mattinata con i suoi alunni: “Quella mattina nevicava e la visibilità era ridotta, quindi vedere le buche era ancora più difficile”, racconta la donna, che arrivata a metà percorso e dopo aver superato la rotatoria all’altezza dell’agenzia Gargano, si ritrova davanti un vero e proprio inferno con le buche piene d’acqua che si palesano all’improvviso e nelle quali l’auto finisce ripetutamente.

“Era difficile vederle e dopo averne prese alcune finalmente riesco a vederne una enorme, così decido di evitarla spostandomi leggermente verso il centro della carreggiata – spiega la donnama, in quel momento, qualcuno mi stava sorpassando e così sono dovuta rientrare in carreggiata e prendere la buca in pieno. Non capisco proprio come nessuno si renda conto della pericolosità di quel tratto”.

Risultato, cerchione da buttare per “salvarsi” da un sorpasso effettuato su un tratto di strada dove vi è una striscia continua. Se l’attenzione e la reattività dell’insegnante non fossero state repentine, purtroppo, ne sarebbe venuta fuori sicuramente una situazione ben più tragica di perdere un cerchione ma a volte bisogna scegliere cosa vale la pena perdere a causa di una buca…

Filippo Folliero

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