Alla riscoperta del nostro territorio: l’origine dei “toponimi” tra Eboli e Battipaglia (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e del professor Francesco Paolo Abbinente, sempre alla ricerca di luoghi della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi parliamo di alcuni ‘Toponimi’ delle zone più o meno conosciute della Piana del Sele.

BATTIPAGLIA – Il toponimo compare per la prima volta in un documento del 1080 di Roberto il Guiscardo, in cui l’allora Duca di Puglia e Calabria confermava il possesso dei terreni tra il Sele e il Tusciano alla Chiesa cattolica di Salerno. Si ritiene generalmente che Battipaglia sia, sic et simpliciter, un’unione dei termini batti e paglia, a causa dell’attività di battitura del grano e della paglia posta in essere dai contadini in passato. Tuttavia, alcuni studiosi ipotizzano che il nome possa derivare da Baptipalla, che starebbe ad indicare un luogo consacrato ad alcune divinità ctonie etrusce.

battipaglia

VIA/AULA ISAIA BONAVOGLIA – E’ una via della città di Eboli, oltre ad essere il nome dell’aula consiliare del municipio. Isaia Bonavoglia (Eboli 23/07/1933 – Eboli 04/05/1983), fu un esperto conoscitore dei problemi dell’agricoltura. Protagonista dell’applicazione della riforma agraria nella Piana del Sele, prima nell’Ente di Riforma e poi nell’Ente di Sviluppo fu un funzionario dell’Ispettorato Agrario. Amministratore comunale infaticabile ed operoso, impareggiabile politico e cattolico impegnato. Fu protagonista di tante civili battaglie in favore dello sviluppo della città. Guida operosa, come Sindaco, nel portare avanti la civile protesta di tutto il popolo ebolitano durante le famose quattro giornate di Eboli del 1974. Sindaco della città dal 1966 al 1968, e dal 1974 al 1975.

Isaia Bonavoglia

‘TEMPA DELLE GRASTE’, TRA EBOLI E BATTIPAGLIA – Tempa delle Graste è una vasta zona che comincia dal saliscendi di ‘Femmina Morta’ andando verso Santa Cecilia fino a toccare il territorio di Battipaglia. E’ una zona che non ha avuto impianti di frutteti, sono terreni nudi che per il passato formarono vecchi pascoli. Il toponimo assegnato deriva dalla presenza di Cocci d’argilla e reperti archeologici, la zona ha una similitudine con il vicino bosco di Persano fino a quando c’erano grossi allevamenti di bestiame nella Piana del sele. Questi terreni fornivano grosse masse foraggere che venivano insilate per l’inverno. Ancora oggi si vedono piccole aree coltivate a granturco da foraggio antistante la proprietà Farina con Palazzo signorile.

‘CASARSA’, FRAZIONE DI EBOLI – Il termine Casarsa deriva dall’unione delle parole “casa” e “arsa” ovvero “casa bruciata”. La prima notizia di questo toponimo risale al 10 marzo 1742, nell’allora Evoli, dove secondo alcuni documenti uno dei primi insediamenti che fu ritrovato furono i resti di una casa che era stata data alle fiamme. Oggi di quella casa resta solo un ingresso coperto dalla vegetazione.

Casarsa

SANTA CECILIA DI EBOLI – Sorge tra fine 1700 ed inizio 1800 e prende questo toponimo perché gli fu dato il nome di cappella religiosa all’interno di un locale rustico del grosso fabbricato dell’azienda che prima si chiamava Petruccia, e poi fu battezzata Santa Cecilia a ricordo di una nobile donna della famiglia Davossa, molto ricca che aveva il nome Cecilia. In quel grosso fondo allevava una grossa mandria di bufale.

zona santa cecilia

Avendo lei due figli, di cui uno arcidiacono, pare che costui abbia voluto ricordare la madre, destinando un locale terraneo del detto fabbricato rurale a cappella religiosa in ricordo di sua madre. La denominazione data in tempi recenti a tutta quella borgata che è sorta in epoca moderna, ha preso il nome in conseguenza della spiegazione qui riassunta.

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