Alla riscoperta del nostro territorio: “Persano, prima della diga si utilizzava la Scafa” (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi parliamo di come ci si spostava sull’acqua del fiume in quel di Persano prima della costruzione dell’odierna diga.

Per attraversare da una sponda all’altra del fiume, fino a quando non furono ultimati i lavori di costruzione della diga (negli anni 30′ del 1900) fu utilizzato un metodo, risalente all’età medioevale o antico romana, detto della ‘Scafa’.

COME FUNZIONAVA – La Scafa era una sorta di battello che aveva non nel mezzo ma verso la poppa, un robusto palo saldamente confitto nel fondo di essa. La barca si spingeva da monte, facendo battere il palo contro una grossa fune chiamata sarto e tesa su due pali, conficcati una a destra e uno a sinistra del fiume. Alla distanza di circa quattro metri da questi ultimi, c’erano altri due pali che reggevano un’altra grossa fune, meno robusta, chiamata resta.

Il sarto e la resta erano rialzati da forcine di legno affinché non battessero nell’acqua. La Scafa si veniva a trovare fra il sarto e la resta e passava da una sponda all’altra, andando avanti di fianco spinta dalla forza degli scafaiuoli: due di questi, o uno molto robusto, tiravano il sarto e uno solo la resta, per la quale occorreva minor forza, e manovravano energicamente.

MANOVRA PERICOLOSA – Per quanto il barcone fosse solido e gli scafaiuoli persone pratiche e robuste, i pericoli erano dietro l’angolo. Se, per esempio, il sarto si spezzava per logorio o cadeva per la rottura di uno dei pali che lo reggevano, allora la barca scivolava sulla corrente fino a che il suo palo non batteva contro la resta e, in tal caso, le persone se non facevano a tempo ad abbassarsi, battevano violentemente e potevano essere sbalzate in acqua.

Se poi si rompeva l’albero piantato nella barca, non solo c’era lo stesso pericolo, ma la barca trasportata dalla corrente arrivava alla foce o batteva contro qualche ostacolo. Quando la corrente si spostava, dovevano essere spostati anche i quattro pali che reggevano i due cavi e anche le due banchine sulle sponde e a filo verso l’acqua, ma inclinate verso terra per permettere la salita e la discesa delle persone o degli animali.

Insomma non proprio un viaggio in sicurezza.

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