Cosa è diventata la politica? “Una di giungla di selfie autocelebrativi, cazo”

Premettendo che questo pezzo non è pro o contro nessuna istituzione, amministrazione o politico, mi duole dover fare una breve riflessione su come l’attività politica di molte città di Provincia, specchio della politica del nostro secolo che sta iniziando a sfruttare a pieno le potenzialità dei social, sia diventata uno spettacolo o, come direbbe il buon vecchio mister Malesani “E’ diventata una giungla, cazo!”

Se nella società odierna il mostrare è diventato più importante del fare, pian piano questa concezione di vita figlia del secolo in cui viviamo sta entrando sempre più prepotentemente in tutti gli ambiti delle nostre comunità. Infatti, più il paese è piccolo e con meno pretese, più l’asticella di apparenza si alza a discapito di quella dei fatti che si abbassa gravosamente.

Il politico di oggi è ormai un influencer come quelli che parlano di cibo, di musica o di qualsiasi altro argomento, uniformandosi praticamente alla massa. Pochi usano questo strumento per il bene della comunità che rappresentano e ormai ogni politico ha il suo selfie su quanto stia “lottando”, “combattendo” e “amando” la sua città anche se a conti fatti di risultati non se ne vedono.

Ad esempio c’è chi dice di amare la propria città e di amare l’ambiente, lo si vede girare per convegni ed altre inziative ben vestito e per essere pronto al selfie di turno ma allo stesso tempo sparisce e scompare quando deve svolgere il suo ruolo sul campo (altrimenti ci sarebbero selfie anche per quelle occasioni ma se ne vedono raramente), che siano giornate dedicate all’ambiente, raccolta di rifiuti o qualsiasi attività in cui bisogna “sporcarsi”. 

Invece, entrando nel merito dell’eterno scontro maggioranza-opposizione, che fa invidia agli antichi scontri tra vichinghi e inglesi tanta la voglia c’è dietro di “difendere il proprio popolo”, è proprio nelle occasioni in cui si può infliggere il colpo di grazia che viene a mancare il passaggio da parola a fatti.

Praticamente la maggior parte, ma non tutti sia chiaro, non parla mai di soluzioni o di progetti ma tutto ciò che vediamo al termine di un consiglio comunale o di un dibattito su un qualsiasi argomento che interessa la cittadinanza, sono solo selfie su quanto il politico di turno sia una brava persona e su quanto si sia impegnato nel farsi scattare quella foto, o almeno questo è ciò che traspare agli occhi degli osservatori più attenti.

Inoltre, c’è anche chi piuttosto che ascoltare davvero i cittadini che rappresenta o difende, ascolta il suo ego e informa il popolo della sua battaglia personale contro questa o quella fazione opposta. Mere schermaglie personali che stanno portando la politica ad essere più uno spettacolo da pay-per-view stile wrestling (perchè siamo noi a pagare per vedere tutto ciò), che un mondo di confronto di idee ed ideali.

A volte, viene da pensare che siano tutti figli della stessa madre e che tengano solo viva la fiammella dello spettacolo e del “tifo” per i vari partiti ma, chi siamo noi per poter pensare cose del genere? Solo coloro che ‘prendono’ i frutti del ‘lavoro’ di questi signori che non devono per forza “sporcarsi” materialmente, ma dovrebbero almeno essere presenti per far svolgere correttamente le mansioni nell’ambito a cui sono stati assegnati.

Opposti a questo tipo di politici però, ce ne sono tanti altri che in silenzio lavorano, si sporcano le mani e si rimboccano le maniche ma non hanno bisogno di autocelebrarsi, perchè sono i fatti a parlare per loro.

Per questo, cari cittadini, siate voi i primi artefici del cambiamento che volete che ci sia nella vostra città o nella vostra vita, perchè nel momento del vero bisogno nessuno si prenderà a cuore davvero la vostra battaglia….

….a meno che non vogliate chiamare l’166.116.116 e lì si che ripaaaarte la sfida!

Filippo Folliero

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