E San Marino? Come sta affrontando la pandemia il terzo paese più piccolo d’Europa? (FOTO)

Da quando il 31 dicembre 2019 è stata diffusa la notizia della presenza, in Cina, del virus SARS-Cov 2, diventato ufficialmente pericolo per l’OMS dal 12 gennaio 2020, le nostre vite sono completamente cambiate. Tutto il mondo ne ha subito, ne sta subendo e ne subirà ancora per un bel po’ le conseguenze e ogni stato, ogni paese ha cercato di riorganizzare il proprio assetto economico e sociale il maniera diversa.

Ci si è ispirati ai vari modelli passati, si è cercato di essere innovativi tenendo conto dei non pochi problemi che il mondo si trovava già ad affrontare e, inevitabilmente, la globalizzazione non può aver fatto altro che accelerare tanto il processo di diffusione del virus quanto la condivisone di questi modelli e l’influenza tra stati, talvolta in maniera positiva talvolta meno, nella presa di decisioni importanti.

San Marino, repubblica indipendente situata nel centro Italia tra Pesaro e Rimini e da sempre considerata isola felice, ha registrato purtroppo il tasso di mortalità più elevato d’Europa: 0,182% deceduti su numero di abitanti. In totale sono stati registrati 698 casi positivi, tra cui 656 persone guarite, 42 persone decedute e sono stati effettuati 5 669 tamponi.

Dal 9 marzo 2020 San Marino ha chiuso i confini con l’Italia anche se le misure per il contenimento del contagio sono state applicate con maggiore tempestività. Infatti già dal 22 febbraio, attraverso varie ordinanze, erano state chiuse le scuole e vietati assembramenti in luoghi pubblici quali bar, ristoranti, cinema e teatri. Come l’Italia, anche San Marino era entrata poi in lockdown totale e aveva riaperto i confini soltanto il 5 maggio 2020.

Inoltre, erano slittate anche le elezioni amministrative, previste per il 21 giugno e svoltesi alla fine il 29 novembre. Nonostante questo stato sia il 15esimo paese al mondo per reddito pro-capite (l’Italia è 27esima), la pandemia ha ugualmente messo in difficoltà la sua economia e non in maniera lieve, anzi. La prima cosa da non dimenticare è che San Marino, in quanto repubblica indipendente, non fa parte dell’Unione Europea e per tanto non riceverà gli aiuti previsti dal Recovery Fund, cosa che invece avverrà (o meglio, dovrebbe avvenire) per l’Italia. Per riuscire però a pagare tutti gli stipendi ha avuto necessità di chiedere ingenti prestiti a brevissimo tempo, continuando ad indebitarsi e mettendo addirittura a rischio la sua stessa indipendenza.

MENO RESTRIZIONI – Chiaramente il governo sammarinese non nasconde questa preoccupazione e probabilmente proprio per questo motivo ha deciso, durante il periodo natalizio, di ammorbidire le decisioni prese dal governo italiano in merito alla gestione della situazione. La repubblica autonoma infatti, non senza polemiche, ha pensato di lasciare ristoranti, bar e luoghi di aggregazione aperti fino a mezzanotte, chiaramente sempre rispettando le varie norme di distanziamento e sicurezza, giustificando la decisione come fondamentale per favorire la rapida ripresa dell’economia e facendo leva sulla facilità di poter controllare efficientemente un territorio di soli 60 chilometri quadrati. Inoltre, secondo il governo, non ricevendo nell’immediato aiuti economici da nessuno, era fondamentale dare una scossa ad uno stato che viveva di turismo e movida.

Non potendo puntare chiaramente sul turismo per ovvie ragioni di sicurezza, l’unica strada praticabile restava appunto il consenso alle attività di movida. La notizia che però ha di recente spiazzato gli abitanti del Titano (così vengono definiti i sammarinesi) è stata quella di essere obbligati a sottoporsi a tampone o per lo meno a test molecolare prima di poter entrare nei confini italiani. Notizia sconvolgente per i cittadini che, per motivi lavorativi ma non solo, erano abituati ad attraversare liberamente i confini. Non va dimenticato che però, sebbene San Marino registri il  tasso di mortalità più elevato al mondo in rapporto alla popolazione, la sua sanità è sempre stata considerata fiore all’occhiello.

VACCINI – Infine, non può passare inosservata una presa di posizione importante in merito alla campagna di vaccinazione: secondo quanto stabilito dal governo di San Marino, chi deciderà di non vaccinarsi sarà poi obbligato a pagarsi le cure nel caso in cui dovesse contrarre il Covid.

Quello che un tempo era, dunque, un paradiso fiscale per gli evasori, da oggi sarà sicuramente un inferno per i no-Vax.

Anna Spagnuolo

CHE DICI?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *