Pontecagnano, l’Ecodistretto e la lotta ai rifiuti: parla il Direttore di Legambiente Campania, Francesca Ferro

ECODISTRETTO. La parola stessa sembra un’ invenzione ad hoc, non esiste infatti nei dizionari, quelli vecchi e polverosi perché parola nuova, coniata per non parlare di “impianti” o peggio di “munnezza”.

Non è il momento di fare gli schizzinosi ed i guastafeste, in sostanza si tratta semplicemente di un progetto di recupero di materiale. Per alcuni, invece, l’immondizia è qualcosa di cui disfarsi e basta perché i rifiuti non sono altro che materia che può e che anzi deve (o dovrebbe) essere recuperata. Nello stesso momento in cui abbiamo compreso che le risorse del nostro pianeta non sono infinite abbiamo dovuto iniziare a fare i conti con l’idea di recuperare una parte di quelle materie. In realtà l’idea su carta sarebbe una gerarchia ben definita dalle normative europee: Riduci, Riusa, Ricicla e solo infine metti a riserva o termo-valorizza (che bella parola anche questa per dire “appicciamola”).

Visto che nessuno osa, in un sistema capitalista, parlare di rinuncia al consumo, ci tocca ripartire dalla altre voci. A darci manforte ci sono le parole tese e dirette del Direttore di Legambiente Campania Francesca Ferro, una cittadina di Pontecagnano. La Ferro parla dell’Ecodistretto come un’ occasione per il nostro territorio. Lei ci crede e in definitiva questa cosa convince anche me, o quasi.

COS’E’ L’ECODISTRETTO – Sulla carta si tratta di uno spazio pensato in aeree urbane industriali nella quale i due comuni limitrofi: Pontecagnano Faiano e Giffoni Valle Piana hanno deciso di pensare una gestione condivisa dei rifiuti. Dall’umido organico, con l’impianto di compostaggio previsto a Pontecagnano Faiano e la zona recupero materiale secco nel comune di Giffoni.

Questo che allo stato attuale è solamente un intento, un impegno dei due sindaci comunque vincolante, sconta forse la pecca originale di essere stato proposto e caldeggiato da sindaci dello stesso partito del Governatore del caos ecoballe, del piano regionale per la gestione rifiuti mai attuato, del figlio assessore al bilancio al comune di Salerno indagato per corruzione dopo la vicenda “Ecoballe”.

Per Francesca Ferro questo slancio verso gli impianti è però “necessario, soprattutto per una regione come la nostra che non è capace, e ne paga le conseguenze, di chiudere il ciclo dei rifiuti. Legambiente crede molto nel mantra degli impianti “di ultima generazione”, quelli che oltre che trasformare l’umido organico in compost per l’uso agricolo, mirano attraverso la digestione, a produrre biogas e addirittura bio metano”

In questa direzione infatti va il futuro impianto di Pontecagnano Faiano. Un impianto pensato per essere produttivo di energia e addirittura produttivo di metano da immettere direttamente nella rete SNAM che risulta essere presente sul nostro territorio.

L’idea insomma c’e’ e sembra buona, ora dobbiamo attendere l’esecuzione.

Ad oggi rispetto all’impianto di Pontecagnano Faiano non risultano esserci depositati progetti e dal 15 Marzo che è stato firmato il protocollo con Giffoni Valle Piana, niente si è mosso. Complice forse una lentissima partenza degli ATO, i tanto attesi Enti d’Ambito Territoriale Ottimale, dovranno occuparsi della gestione del ciclo rifiuti su tutto il territorio provinciale.

Francesca Ferro segue come tutta Legambiente la vicenda e comprende la delicatezza del momento storico: “Gli amministratori – ammette il direttore regionale – hanno una grande responsabilità che però devono utilizzare cercando di sottrarsi alle dinamiche del semplice consenso elettorale. Una visione del territorio che deve andare ben oltre il semplice tornaconto nelle urne, se si vuole davvero programmare con successo l’uscita da questa situazione di continua emergenza. Legambiente resta a disposizione delle amministrazioni comunali della regione e soprattutto dei cittadini, ammettendo un’insufficiente impegno della Regione Campania sul tema ciclo rifiuti e boccia a pieno l’operato della giunta regionale in carica”

In un contesto in cui dove si propone la nascita di un nuovo impianto di compostaggio si vedono nascere agguerriti comitati ambientali con lo scopo di osteggiarlo, ci si dovrà prima o poi porre il problema di dove sia finita la credibilità di un’intera classe politica campana.

Fisciano e Castelnuovo Cilento sono due esempi. Qui, due comitati spontanei di liberi cittadini sono nati per osteggiare quelle che sono sembrate delle scelte calate dall’alto, in territori non adeguati a ricevere impianti extradimensionati rispetto all’effettiva esigenza dei due comuni. Anche su questo versante Francesca Ferro si appella al buonsenso dell’amministrazione di Pontecagnano, ovvero di andare verso una maggiore partecipazione in queste scelte. Puntare sulla condivisione del percorso potrebbe essere un’efficace disinnesco per le dinamiche delle barricate.

Un primo passo è stato fatto il 14 Giugno con l’evento Partecipa che ha visto l’allestimento di 3 tavoli tematici con l’obiettivo di ascoltare le proposte dei cittadini (QUI per saperne di più).

Molta attenzione intorno a questo eco distretto, persino un’interrogazione parlamentare al Ministro Costa depositata dalla deputata Anna Bilotti (M5S) per chiedere perché due sindaci abbiano autonomamente deciso di prendere accordi senza dare un respiro organizzativo almeno provinciale al ciclo rifiuti. Tanta carne a cuocere per adesso e di concreto poco e nulla. Tutto il tempo per informare i cittadini preoccupati e malfidenti verso una classe politica che per anni ha promosso una gestione emergenziale di un problema.

La vera sfida sarà promuovere una cultura della fiducia vero la classe dirigente campana. Ce la faranno i nostri eroi ?
つづく

Matteo Maria Zoccoli

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